News

Pillole della salute
Prescrivi l'ottimismo!

Prescrivi l'ottimismo!

L'ottimismo come fattore di protezione dalle malattie cardiovascolari

Gli articoli che si sono occupati del rapporto fra ottimismo e salute cardiovascolare sono ormai centinaia.
Nell’accezione più comune, possiamo definire l’ottimismo come la "disposizione a considerare la vita in una prospettiva positiva, a prevedere e a giudicare positivamente il corso degli eventi e a considerare la realtà nel suo modo migliore".

La maggioranza delle ricerche citate, epidemiologiche, cliniche e sperimentali, hanno dimostrato comunque, numeri alla mano, che affrontare la vita con ottimismo poteva significativamente migliorare la salute cardiovascolare e allungare la vita del cardiopatico. Per avere un’idea di queste ricerche, è particolarmente utile una recente revisione della letteratura, effettuata nel 2012, da Julia Bohem e Laura Kubezansky, le quali hanno preso in esame oltre 200 recenti studi sull’argomento. Nel presentare questo lavoro di metanalisi, l’autorevole Bollettino dell’AIFA - Agenzia Italiana del Farmaco (www.agenziafarmaco.gov.it) dell’Aprile 2012 così ne espone sinteticamente i risultati: ”Gli ottimisti hanno il 50% di probabilità in meno di subire un evento cardiovascolare, rispetto ai loro coetanei meno ottimisti”.

L’ottimismo si conferma buon fattore di protezione anche nel sesso femminile. E’ quanto risulta da uno studio apparso nel 2009 sull’autorevole Circulation Journal (http://circ.ahajournals.org/), condotto su 97 mila donne sane seguite nel tempo nelle quali si e’ osservato un 30% di riduzione della mortalità coronarica in coloro che affrontavano la vita con maggiore ottimismo.

Assodato il lato epidemiologico del problema, era interessante indagare attraverso quale meccanismo l’ottimismo protegge il cuore. Numerosi sono i lavori che dimostrano che gli ottimisti hanno livelli più bassi di cortisolo plasmatico e di catecolamine circolanti. I soggetti ottimisti presentano mediamente livelli inferiori alla media di pressione arteriosa e di frequenza cardiaca, condizioni che sappiamo favorire una buona salute cardiovascolare. Altri studi hanno rilevato che gli ottimisti, sono caratterizzati da un miglior equilibrio neurovegetativo, con riduzione dell’attività simpatica ed aumento del tono vagale.

Gli insegnamenti appresi da questa rassegna, hanno importanti ricadute sulla prevenzione cardiovascolare e contribuiscono ulteriormente a motivare l’impegno di noi medici nell’accertamento e nelle cure delle basi psicosomatiche delle cardiopatie. Un modo pessimistico di impostare la propria esistenza, deve essere considerato come fattore di rischio cardiovascolare, al pari dell’ipercolesterolemia, dell’ipertensione arteriosa, dell’abitudine al fumo, della sedentarietà fisica e dell’obesità e deve essere combattuto con idonee strategie psicoterapeutiche.

“Prescrivi felicità” è la raccomandazione ai medici di spingere i propri pazienti alla pratica dei principi della psicologia positiva. L’insegnamento dell’ottimismo rientra quindi nelle strategie di educazione sanitaria e può essere considerato come un nuovo strumento nel bagaglio terapeutico di un medico sensibile alla prevenzione. Numerose sono le strategie psicoterapeutiche specialistiche proposte dagli psicologi per migliorare gli atteggiamenti positivi nell’affrontare l’esistenza. Si tratta generalmente di approcci terapeutici di pertinenza specialistica certamente, ma ogni medico, ormai consapevole dell’importanza prognostica dell’ottimismo, potrà nella sua pratica quotidiana, impostare con i propri pazienti un semplice colloquio umano e psicologico, al fine di individuare le personalità che meritano ulteriori approfondimenti psicoterapeutici. Anche senza essere specialista psicologo, nel corso della sua attività clinica quotidiana, il medico potrà empiricamente farsi un’idea dell’affettività più o meno positiva del paziente e sul grado di ottimismo con cui affronta la vita. Sulla base di queste empiriche osservazioni, dettate dall’esperienza, dallo spirito di osservazione e dalle capacità di empatia, potrà essere compito anche del medico cardiologo, suggerire al paziente alcune semplici strategie comportamentali per aiutarlo a capire che “mezzo bicchiere d’acqua potrà’ vantaggiosamente essere definito mezzo pieno, piuttosto che mezzo vuoto”. Un invito quindi all’ottimismo, come salutare operazione ecologica della mente, nella prospettiva di proteggere il cuore e farlo vivere meglio. Ma nel contempo, anche un impegno esistenziale, uno stile di vita che costituisca una predisposizione mentalmente necessaria, per poter sfruttare al meglio “i talenti” che la sorte ci ha concesso.

Al termine di tutto questo, una citazione di K. Hering.

“PRESCRIVI FELICITA’! INSEGNARE L’OTTIMISMO AI PROPRI PAZIENTI RIENTRA NELLE STRATEGIE DI EDUCAZIONE SANITARIA, COME NUOVO ED EFFICACE STRUMENTO DEL BAGAGLIO TERAPEUTICO DEL MEDICO”